Il Monte Sant’Angelo, conosciuto anche come Monte Giove (denominato dai Romani Mons Neptunius, 227 m s.l.m.), rappresenta l’estremità finale dei monti Ausoni, i quali qui raggiungono il mar Tirreno per la prima e unica volta, chiudendo la pianura pontina verso sud.

Ai piedi del monte sorgeva il centro volsco di Anxur, conquistato dai Romani alla fine del V secolo a.C.. Nel 329 a.C. la città divenne una colonia romana e nel 312 a.C. la via Appia, che collegava Roma a Capua, fu deviata dietro il monte. Durante questo periodo, furono realizzati i primi terrazzamenti in opera poligonale sul monte, legati probabilmente a un santuario monumentale già attivo da alcuni secoli, mentre i resti attuali risalgono alla fine dell’età repubblicana, tra il II e il I secolo a.C.

C’è ancora dibattito sull’identità della divinità venerata nel Tempio Maggiore, del quale rimane solo il podio sulla famosa terrazza a dodici arcate: oltre all’identificazione tradizionale con Iuppiter Anxur (Giove fanciullo), alcuni studiosi suggeriscono la possibilità che si tratti di una divinità femminile come Venus Obsequens, basandosi su iscrizioni trovate nell’area.

La terrazza monumentale includeva una “roccia oracolare”, dove si svolgevano riti speciali, due piccole cisterne e una “grotta oracolare”, risparmiata dall’opera di costruzione del “criptoportico”.

Il Piccolo Tempio, presumibilmente il più antico (circa metà del II sec. a.C., con tracce di pitture in I stile), è stato recentemente attribuito al culto della dea Feronia, forse introdotto nella regione già durante l’occupazione volsca nel V secolo a.C. Questo culto è documentato anche in altri luoghi della città, come il Fanum Feroniae presso Monte Leano.

La cinta muraria costruita a nord del santuario come difesa della via Appia potrebbe essere legata agli scontri tra Mario e Silla, all’inizio del I secolo a.C.; la vittoria di Silla potrebbe aver influenzato la trasformazione dell’antico santuario, includendo un’area militare nella parte più alta (casematte e campo trincerato) e il Tempio Maggiore, su un alto podio con cella unica e colonne sulla facciata, rivolto verso il porto.

Il santuario di Terracina fa parte dei grandi santuari romani nel Lazio, costruiti tra metà del II e metà del I secolo a.C., situati in posizioni panoramiche e dominanti, su grandi terrazzamenti, come il Santuario di Ercole a Tivoli e il Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina, ispirati a modelli orientali.

Questi grandi santuari condividono l’uso della tecnica edilizia dell’opera cementizia rivestita da paramenti lapidei, che ha permesso la costruzione di complessi monumentali in tempi brevi e a costi contenuti.

Dopo l’epoca romana, il santuario fu distrutto e incendiato, diventando noto nel medioevo come palazzo di Teodorico. Nel periodo alto medievale, un monastero benedettino si stabilì nella zona del cosiddetto “piccolo tempio”, di cui rimangono alcuni ambienti e affreschi del IX secolo. Altre strutture medievali (resti di una torre quadrata, mura di recinzione e tracce di frequentazione del XIII secolo) testimoniano l’uso continuato della parte superiore del colle.

L’area fu definitivamente abbandonata alla fine del XVI secolo, durante lo spopolamento di Terracina dovuto a epidemie. Gli scavi iniziarono nel 1894, condotti da Pio Capponi, seguiti da Luigi Borsari due anni dopo. I reperti rinvenuti, inclusi i celebri crepundia (ora conservati presso il Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo a Roma), insieme ad ex voto in terracotta, oggetti in bronzo e colombe in pasta vitrea, sono andati perduti a causa dei bombardamenti e dei saccheggi durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Nella sontuosa maestosità del Tempio di Giove Anxur, che con imponenza domina la costa della Riviera d’Ulissine, si avverte un’aura di fascino senza tempo. Le sue mura antiche raccontano storie millenarie, di divinità venerate e popoli che si sono succeduti nel corso dei secoli. Ogni pietra, ogni architettura, ogni scorcio offre uno sguardo nel passato, un viaggio attraverso epoche di devozione, di conquiste e di misteri.

Il tempio si erge come un faro di storia e spiritualità, un punto di riferimento per l’anima che cerca risposte nel vento del mare e nei segreti delle antiche divinità. La sua posizione panoramica, che si affaccia sul Tirreno scintillante, cattura l’immaginazione e incanta gli occhi di chiunque si avvicini.

In questo luogo, dove il tempo sembra sospeso tra cielo e mare, si avverte un’intensità emotiva che abbraccia l’intera Riviera d’Ulissine. Il Tempio di Giove Anxur non è solo un monumento storico, ma un simbolo di bellezza e di mistero, un testimone silenzioso di epoche passate che continua a ispirare e a incantare coloro che si avventurano lungo i suoi antichi sentieri.

 

Mount Sant’Angelo, also known as Mount Jupiter (named Mons Neptunius by the Romans, 227 meters above sea level), represents the final extremity of the Ausoni mountains, which here reach the Tyrrhenian Sea for the first and only time, closing off the Pontine plain to the south.

At the foot of the mountain stood the Volscian center of Anxur, conquered by the Romans at the end of the 5th century BC. In 329 BC, the city became a Roman colony, and in 312 BC, the Appian Way, which connected Rome to Capua, was diverted behind the mountain. During this period, the first terraces in polygonal masonry were built on the mountain, probably linked to a monumental sanctuary already active for several centuries, while the current remains date back to the end of the Republican era, between the 2nd and 1st centuries BC.

There is still debate about the identity of the deity worshipped in the Main Temple, of which only the podium remains on the famous terrace with twelve arches: in addition to the traditional identification with Jupiter Anxur (young Jupiter), some scholars suggest the possibility that it is a female deity like Venus Obsequens, based on inscriptions found in the area.

The monumental terrace included an “oracle rock,” where special rituals took place, two small cisterns, and an “oracle cave,” spared from the construction work of the “cryptoportico.”

The Small Temple, presumably the oldest (around the middle of the 2nd century BC, with traces of paintings in the First Style), has recently been attributed to the cult of the goddess Feronia, possibly introduced to the region during the Volscian occupation in the 5th century BC. This cult is also documented in other places in the city, such as the Fanum Feroniae near Monte Leano.

The city wall built north of the sanctuary as a defense of the Appian Way may be linked to the clashes between Marius and Sulla in the early 1st century BC; Sulla’s victory may have influenced the transformation of the ancient sanctuary, including a military area in the highest part (barracks and fortified camp) and the Main Temple, on a high podium with a single cell and columns on the facade, facing the harbor.

The sanctuary of Terracina is part of the great Roman sanctuaries in Lazio, built between the mid-2nd and mid-1st centuries BC, located in panoramic and dominant positions, on large terraces, like the Sanctuary of Hercules in Tivoli and the Sanctuary of Fortuna Primigenia in Palestrina, inspired by Eastern models.

These great sanctuaries share the use of the building technique of concrete covered with stone facings, which allowed the construction of monumental complexes in a short time and at relatively low costs.

After the Roman era, the sanctuary was destroyed and set on fire, becoming known in the Middle Ages as the palace of Theodoric. In the high Middle Ages, a Benedictine monastery settled in the area of the so-called “small temple,” of which some rooms and frescoes from the 9th century remain. Other medieval structures (remains of a square tower, enclosing walls, and traces of use from the 13th century) testify to the continued use of the upper part of the hill.

The area was definitively abandoned at the end of the 16th century, during the depopulation of Terracina due to epidemics. Excavations began in 1894, conducted by Pio Capponi, followed by Luigi Borsari two years later. The finds, including the famous crepundia (now housed at the National Roman Museum at Palazzo Massimo in Rome), as well as terracotta votive offerings, bronze objects, and glass paste doves, were lost due to bombings and looting during and after World War II. In the sumptuous majesty of the Temple of Jupiter Anxur, which imposingly dominates the coast of the Ulissine Riviera, there is an aura of timeless charm. Its ancient walls tell millennia-old stories of revered deities and peoples who have succeeded over the centuries. Every stone, every architecture, every glimpse offers a view into the past, a journey through epochs of devotion, conquests, and mysteries. The temple stands as a beacon of history and spirituality, a point of reference for the soul seeking answers in the sea breeze and the secrets of ancient deities. Its panoramic position, overlooking the sparkling Tyrrhenian Sea, captures the imagination and enchants the eyes of all who approach. In this place, where time seems suspended between sky and sea, there is an emotional intensity that embraces the entire Ulissine Riviera. The Temple of Jupiter Anxur is not just a historic monument, but a symbol of beauty and mystery, a silent witness to bygone eras that continues to inspire and enchant those who venture along its ancient paths

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